05 Novembre 2015
Il 26 ottobre scorso è stato presentato presso la Santa Sede l’«Appello di Cardinali, Patriarchi e Vescovi delle diverse parti del mondo, indirizzato al COP 21» (Scarica il documento), la conferenza delle parti sul cambiamento climatico che avrà luogo prossimamente a Parigi nel prossimo dicembre. L’iniziativa è stata promossa dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ispirandosi all’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
L’appello, lanciato da Cardinali, Patriarchi e Vescovi di tutto il mondo in rappresentanza delle associazioni continentali delle Conferenze episcopali nazionali, è rivolto a quanti parteciperanno ai negoziati di Parigi: esortandoli ad essere “leader coraggiosi” la Chiesa invita a lavorare per un accordo sul clima che sia equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento. Particolare risalto viene dato al fatto che “lo sviluppo sostenibile deve includere i poveri” rilevando come il cambiamento climatico stia avendo effetti negativi soprattutto sui più vulnerabili e sottolineando, come già fatto da Papa Francesco, che l’abuso e la distruzione dell’ambiente sono accompagnati da un processo inarrestabile di esclusione.
“Ci uniamo al Santo Padre nell’implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti, basati su principi di solidarietà, di giustizia e di partecipazione” così i Vescovi, i Cardinali e i Patriarchi presenti, in rappresentanza della Chiesa mondiale, che hanno avanzato dieci proposte “politiche” concrete: dalla firma di un accordo vincolante sul clima all’intesa sul contenimento delle temperature, dai nuovi modelli di sviluppo e stili di vita all’emancipazione dalla povertà, alla partecipazione e all’inclusione, alla roadmap degli impegni finanziari differenziati a seconda delle responsabilità, tenendo al centro dell’attenzione non solo le dimensioni tecniche, ma soprattutto quelle etiche e morali dei cambiamenti climatici. Una novità assoluta nel panorama delle negoziazioni internazionali sul clima, da anni stagnanti e senza risultati. L’enciclica Laudato Si’ ed il crescendo di iniziative di leader religiosi mondiali (il 30 ottobre è stato promosso un analogo appello dai leader buddisti, mentre pochi giorni fa il Dalai lama ha lanciato l’allarme sullo scioglimento dei ghiacci himalayani) che incitano alla responsabilità per la casa comune, con le implicazioni sociali che questo comporta, stanno diventando la reale speranza che a Parigi si stipuli un accordo storico per la lotta ai cambiamenti climatici.
Il cambiamento climatico chiama in causa aspetti non solo scientifico-ambientali o socio-economici, ma anche e soprattutto etico-morali, visto che incide su tutti, in particolare sui più poveri e sui più fragili del mondo, includendo i bambini e chi ancora deve nascere. La scienza evidenzia ormai inequivocabilmente l’origine antropogenica dell’effetto serra e gli enormi rischi con i conseguenti costi socioeconomici dell’inerzia della politica internazionale di fronte a tale problema.
Nella Laudato Si’ Papa Francesco coglie sempre la questione ambientale, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici, nel suo impatto sulla famiglia umana. Oggi stiamo rubando aria, acqua, terra fertile alle generazioni future e ai poveri del mondo, ovvero a quei piccoli che saranno i più grandi nel Regno dei Cieli ed accogliendo i quali si accoglie Gesù Cristo.
Ecco dunque il legame tra questione ambientale e cura della casa comune: siamo chiamati da Dio a custodire, salvaguardare, responsabilizzarci e non ad essere padroni e sfruttatori irragionevoli ed arroganti del creato che ci è stato donato, in quanto questo ha delle conseguenze immediate sull’intera famiglia umana e soprattutto su coloro che devono essere il centro della nostra attenzione e azione, perché più fragili. Da qui la pressante necessità della conversione ecologica espressa nella Laudato Si’ e già evocata da Giovanni Paolo II. San Francesco, proclamato celeste patrono dei cultori dell’ecologiadal 29 novembre 1979 da San Giovanni Paolo II, si fece piccolo e umile, arrivando a tal punto di sensibilità nel dialogo con il creato da saper scorgere in ogni creatura l’essenza stessa dell’amore eterno di Dio.
Il suo esempio, oggi più che mai attuale, indica un atteggiamento che è una strada percorribile verso uno sviluppo umano integrale sostenibile, alla portata di ciascuno di noi. Mi chiedo spesso cosa avrebbe fatto San Francesco se fosse vissuto al nostro tempo. Forse si sarebbe recato a Parigi alla COP21, magari a piedi, unendosi ed abbracciando i migranti che scappano non solo dalla guerra ma anche dalla fame e dalla carestia provocate da un modello di sviluppo ingiusto. Interpellato dai grandi della Terra, avrebbe forse detto al mondo in semplicità che è ora di agire, verso grandi mete, con grandi motivazioni e valori, perché la fede in Cristo Risorto ci dà la certezza che le cose possono cambiare. A partire proprio dal cambiamento individuale, con l’adozione di nuovi e più sobri stili di vita.
E’ venuto il momento di denunciare e combattere la globalizzazione dell’indifferenza, l’economia dell’esclusione, la cultura dello scarto così spesso denunciate da Papa Francesco. La nostra azione singola, guidata dalla luce certa di Cristo Risorto che fa nuove tutte le cose può diventare il più potente fattore di cambiamento verso un modello di sviluppo umano sostenibile ed integrale. Per questo così importante e strategico è l’Appello, ispirato all’enciclica Laudato Si’, lanciato lo scorso 26 ottobre da Cardinali, Patriarchi e Vescovi delle diverse parti del mondo, indirizzato al COP 21, nella concretezza dei dieci punti programmatici che mirano a dare indicazioni precise per un accordo sul clima che sia “equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento”.
In una recente pubblicazione, S. E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, ha evidenziato che l’enciclica Laudato Sì, letta alla luce del Cantico di Frate Sole, fornisce gli antidoti alla crisi ecologica e umana della nostra epoca: gli anticorpi alla malattia della casa comune e di chi la abita sono gioia e speranza, come atteggiamento vincente grazie al quale la famiglia umana, unita, supererà la sfida dei cambiamenti climatici. Uscire verso le periferie esistenziali, abbandonando quella tranquillità artificiale in cui ci sentiamo comodi e al sicuro, reagire allo scandalo della miseria e del degrado ambientale, etico, sociale, umano, armati di gioia e speranza, partendo dal positivo, in modo rivoluzionario, stravolgendo i paradigmi del pessimismo, proprio come fece San Francesco, da Assisi, 800 anni fa. Il suo atteggiamento di lode, grazia, stupore incessante può essere amplificato nel mondo dall’azione quotidiana di ciascuno di noi per sconfiggere la cultura di morte che serpeggia nella mancanza di cura per la nostra casa, per i fratelli più deboli, per la vita, grazie anche a quello spirito di Assisi, lasciato in eredità alla Chiesa da San Giovanni Paolo II.
Un atteggiamento di gioia, unito alle soluzioni concrete e ai percorsi capaci di futuro nella lotta ai cambiamenti climatici e nelle sfide ecologiche e sociali, per intraprendere la coraggiosa rivoluzione culturale che chiede Francesco (il Pontefice), con speranza combattiva e senza essere cristiani da pasticceria. San Francesco, innamorato di Cristo risorto che riconosceva nell’intimo di ogni essere ci offre un modello attualissimo di conversione ecologica personale in grado di cambiare il mondo: il suo esempio insegna quale strumento potente sia il camminare verso soluzioni buone e possibili lodando Dio, attraverso e con tutte le sue creature. Camminiamo cantando senza perdere mai speranza e gioia nella certezza che Dio non ci abbandona e la solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità ci condurrà al momento in cui ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati.
La Fondazione Sorella Natura sarà presente alla conferenza delle Nazioni Unite COP21 di Parigi con la Vice Presidente, Professoressa Stefania Proietti, che parteciperà in qualità di ricercatrice sulla mitigazione dei cambiamenti climatici del Dipartimento di Ingegneria della Sostenibilità dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma ed expert reviewer del V Rapporto Quadro sul riscaldamento globale dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).
STEFANIA PROIETTI
V. Presidente FSN