Inquinamento, cambiamenti climatici, rifiuti, cultura dello scarto stanno trasformando la terra in un deposito di immondizia, il degrado ambientale è correlato al dramma umano e genera una inequità planetaria che colpisce soprattutto i più deboli del pianeta, i poveri, coloro che devono ancora nascere. La gioia come strumento per sconfiggere la tentazione del “non c’è nulla da fare” sembra una provocazione. Con coraggio, invece, il vescovo di Assisi Mons. Domenico Sorrentino ne ha fatto il filo conduttore del suo nuovo libro Laudato si’ Dal Cantico di Frate Sole all’Enciclica di Papa Francesco (Cittadella Ed., 2015) che rilegge la Lettera secondo la “chiave” del Cantico di frate Sole.
Uscire verso le periferie esistenziali, abbandonando quella tranquillità artificiale in cui ci sentiamo comodi e al sicuro, reagire allo scandalo della miseria e del degrado ambientale, etico, sociale, umano, “armati” di gioia e speranza, partendo dal positivo, come fece Francesco, da Assisi, 800 anni fa. Per l’autore questo è l’atteggiamento per intraprendere la coraggiosa rivoluzione culturale che chiede il Pontefice, la sfida del cristiano di oggi, che non può essere un cristiano da pasticceria, proprio come non lo era Francesco.
Il poverello di Assisi però era perdutamente innamorato di Cristo risorto, che dimora nell’intimo di ogni essere: il suo modello ci mostra, attualissimo, quale strumento potente sia il camminare (verso soluzioni buone e possibili, perché non tutto è perduto) lodando Dio, attraverso e con tutte le sue creature. Un accorato invito al Camminiamo cantando! del Papa, a non perdere mai speranza e gioia perché Dio non ci abbandona e la solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità ci condurrà al momento in cui ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati.
Il Vescovo di Assisi individua strade concrete, soluzioni che possono partire ancora una volta da Assisi, come 800 anni fa: la lode, la grazia, lo stupore incessante di Francesco possono essere amplificati nel mondo per sconfiggere la cultura di morte che serpeggia nella mancanza di cura per la nostra casa, per i fratelli più deboli, per la vita, grazie anche a quello spirito di Assisi, lasciato in eredità alla Chiesa da San Giovanni Paolo II. Le Famiglie del Vangelo possono essere una di quelle reti comunitarie con cui il Papa invita a rispondere ai problemi sociali. Il giullare di Dio torna a cantare la sua lode per il nostro tempo e si fa ancora una volta modello e compagno di viaggio: si chiude con questa immagine un testo che rimane nel cuore, che infonde speranza pur leggendo la realtà con occhi sinceri e consapevoli, che risveglia la forza di reagire alla globalizzazione dell’indifferenza prendendo a modello colui che si era fatto povero tra i più poveri, preghiera vivente, uomo del Vangelo alla lettera (sine glossa).
Stefania Proietti
Vice presidente