07 Settembre 2015 _ A.S. 2015-2016
Nella LAUDATO SI Papa Francesco richiama tutti alla necessità di cambiare stile di vita.
Un elemento fondamentale di questo cambiamento consiste nel produrre meno rifiuti, effettuare raccolta differenziata riciclarli, riusarli, farne elemento di produzione di energia, utilizzando le tecniche più avanzate e sicure. Certo non si deve cadere nella demagogia dei “rifiuti zero”- slogan bello ma solo slogan – e nella contrarietà ideologica alle forme sicure ed avanzate di “termovalorizzazione”; così si finirebbe di esser favorevoli alle discariche ed al malaffare che quasi sempre c’è dietro. Non si può però accettare la diffusione di mega “termovalorizzatori” onnivori ed imposti per solo interesse economico.
Sulla questione ecco una riflessione molto seria ed attuale della Ns. socia ing. Imma Orilio, che da ingeniere se ne intende e, da napoletana, vive il problema:
“Il 9 settembre si riunirà la Conferenza Stato-Regioni per approvare il decreto attuativo dell’articolo 35, parte integrante dello Sblocca Italia.
Se approvato, l’incenerimento diverrebbe “attività di recupero” (anziché di smaltimento) e si aprirebbe la strada a nuovi impianti di incenerimento, addirittura non previsti dai Piani regionali, insieme a una miriade di “ristrutturazioni” di impianti obsoleti allo scopo di bruciare rifiuti da tutta Italia.
Il Governo, invece di impegnarsi a promuovere un Piano Nazionale del Riciclo e del Riuso (ed anche la reintroduzione del vuoto a rendere), misura che darebbe lavoro a centinaia di migliaia di persone (pensiamo ad esempio a tutte le operazioni di estrazione di metalli preziosi dai Rifiuti elettrici ed elettronici!) ancora una volta si sdraia ai piedi della lobby degli inceneritori e delle fameliche multiutilities.
Se questo tentativo passasse si brucerebbe l’opportunità di estendere sempre più le buone pratiche della differenziazione, decisive non solo per la tutela sanitaria ed ambientale delle comunità e dei territori, ma addirittura per la nostra intera economia, bisognosa delle materie prime-seconde contenute nei rifiuti. Insomma, se il tentativo dovesse andare a buon fine significherebbe bruciare in un sistema già di per sé costosissimo ed inquinante (pagato dalle bollette dei cittadini) risorse che rappresentano una ricchezza economica in grado di connettere rispetto ambientale e promozione di impresa locale e posti di lavoro.
L’altro effetto collaterale di tale insana decisione sarebbe quello di trasformare in carta straccia i Piani regionali, con una deregulation incontrollabile dei conferimenti da fuori Regione. Il paradosso sarebbe quello di Regioni che puntano sulle buone pratiche (e per fortuna ce ne sono) e che già fanno registrare obiettivi superiori al 60%-70% di RD (e che magari prevedono obiettivi superiori al 70-75% oltre a piani di prevenzione dei rifiuti) costrette ad accogliere rifiuti da tutta Italia, magari da Regioni arretrate e impermeabili alle buone pratiche.
Non parliamo poi dei cittadini: da un lato impegnatissimi a ridurre e riciclare i loro scarti e dall’altro costretti a subire l’inquinamento di chi ancora questo sforzo non lo sta facendo. Quel che è peggio è che in tutto questo si ignorano le parole del Santo Padre sullo spreco e sulla dignità dell’uomo che si esprime attraverso il lavoro”.
Crediamo che ci siano elementi di riflessione ed indicazioni per educare alla cultura del non spreco e per un corretto approccio alla questione rifiuti. Grazie ad Imma Orilio!
Attendiamo altri contributi sul tema.
Roberto Leoni
presidente