n. 17 – 21 Gennaio 2015
Quanto sta avvenendo nel mondo, dopo l’eccidio dei vignettisti di Parigi impone anche una Ns. pacata riflessione, in prospettiva educativa.
La libertà di scegliere fra bene e male è una conquista del Cristianesimo, sviluppatasi nei secoli, sino a giungere – in Occidente – alla attuale, democratica, libertà di espressione e di stampa, Libertà democratica che però non è, non può esser, libertà assoluta! Se è assoluta infatti è sciolta da ogni vincolo e quindi è anomia. La vera libertà è autonomia, intesa come accettazione dei valori etici universali e delle regole della società nella quale si vive.
Certo la maggior parte dei colleghi ricordano le riflessioni in merito di Sergio Hessen nel suo capolavoro: “Fondamenti Filosofici della Pedagogia”, edito in Italia da Armando Armando e quindi non mi dilungo su questo (lettura vivamente consigliata a chi non lo avesse letto e studiato).
La libertà di pensiero è quella è più larga e meno limitata; quando il pensiero si estrinseca nella parola e/o nello scritto, viene cioè comunicato ad altri, tale libertà trova il necessario limite nel rispetto dell’altro, dei valori, delle norme e dell’oggettività delle conoscenze: classica l’espressione: la mia libertà finisce dove comincia la tua!
Ecco allora che la libertà, anche di satira, trova dei limiti: il rispetto dell’altro, della sua razza e della sua religione o non religione!
Facciamo un esempio, ora, sullo specifico della libertà d’insegnamento: un professore di fisica che pensasse che la terra sia piatta è libero di pensarlo, per se, ma non è libero di insegnarlo poiché contraverrebbe allo stato oggettivo delle conoscenza, che ha il dovere di trasmettere, quali che siano le sue idee personali. Ancora sulla libertà metodologica e didattica: poiché l’apprendimento oggettivamente avviene, nelle prime fasi dell’età evolutiva, in maniera induttiva la maestra che volesse adottare un metodo deduttivo non è libera di farlo; quella che volesse adottare una didattica trasmissiva non è libera di farlo, deve adottare una didattica euristico-costruttiva.
Tutto ciò detto dobbiamo impegnarci tutti, fortemente ed urgentemente, per far capire ai Ns. alunni cosa davvero è la libertà! Impegni duro certo quando i mezzi di informazione, la politica, veicolano il concetto che libertà è dire e fare ciò che si vuole, assecondare il proprio ego indipendentemente dal rispetto dei valori, delle regole, della dignità dell’altro.
Se dimentichiamo questo rischiamo di prendere un pugno!
Averlo dimenticato concretizza il rischio di fomentare il terrorismo, che va combattuto strenuamente non dandogli occasioni di giustificazione e tantomeno dandogli pubblicità, come fanno invece i mezzi di informazione; come fanno i politici in cerca di popolarità (quanto avvenuto a Parigi docet: il crimine degli assassini è divenuto spettacolo, per tutto il mondo: loro volevano questo). Ricordiamo, insomma, la distinzione aristotelica fra democrazie e demagogia, magari, oggi, quella via web, che fra credere alla gente di esser libera, nel mentre è in mano al grande fratello.
Roberto Leoni
presidente