Di Timothy Lucie-Smith, Consigliere di Fondazione Sorella Natura e Guardia Ambientale Volontaria
Moltissime sono le notizie che abbiamo ricevuto negli ultimi mesi circa il cambiamento climatico, ma quali sono le notizie davvero importanti? Possiamo ancora sperare di essere sul binario giusto per sconfiggere il cambiamento climatico e salvare il pianeta? Cerchiamo di fare chiarezza.
Secondo il famoso ambientalista e produttore televisivo inglese Sir David Attenborough, i leader dei paesi del G7 hanno di fronte le decisioni più importanti della storia moderna. E l’ultima di una serie di moniti, non solo ai governi ma a tutti noi, parte da un crescendo di informazioni sui rischi catastrofici derivanti dal cambiamento climatico.
Vi proponiamo qui un breve riassunto delle notizie degli ultimi mesi, a partire da alcune buone notizie:
- A gennaio 2021, l’insediamento di Joe Biden come Presidente USA ha portato ad un cambiamento epocale nella politica statunitense sul cambiamento climatico. Un esempio: nel primo giorno della sua presidenza ha cancellato il permesso di costruire il pipeline Keystone, un segnale importantissimo che gli investimenti in carburanti fossili devono cessare. Lo stesso giorno ha riportato gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi, impegnando la più grande economia mondiale ad una nuova fase di collaborazione per combattere il cambiamento climatico. (https://www.scientificamerican.com/article/here-are-all-the-climate-actions-biden-took-on-day-one/);
- La frase “Build Back Better” contiene un importante messaggio legato alla necessità di investire - a seguito della pandemia - sulla transizione verde. Gli investimenti porteranno ad un’economia più sostenibile con maggiore occupazione nel lungo termine;
- La Cina ha più volte reiterato il suo impegno a raggiungere la neutralità nelle emissioni di CO2 entro il 2060. Mentre molti possono facilmente criticare alcune politiche cinesi (ad esempio gli investimenti nelle centrali a carbone), dobbiamo riconoscere che un mondo senza emissioni è impossibile senza un notevole impegno cinese (oggi maggior paese emittente di CO2) e la volontà cinese di collaborare in questo senso con il mondo occidentale (https://www.bbc.com/news/science-environment-54256826);
- Abbiamo cominciato a intravedere la fine del fiume di denaro che va a finanziare progetti per carburanti fossili (nel 2020 erano ben 750 miliardi di dollari secondo il rapporto annuale di Rainforest Action Tracker). Importanti impegni sono stai presi in questo senso da sette paesi europei (inclusi UK Germania e Francia vedi https://www.reuters.com/business/sustainable-business/seven-european-countries-halt-export-finance-fossil-fuels-2021-04-14/ ) e dagli Stati Uniti. Senza la disponibilità di finanziamenti e garanzie all’esportazione, gli investimenti in carburanti fossili inevitabilmente scenderanno a beneficio dei rinnovabili. (https://www.nrdc.org/experts/han-chen/us-climate-finance-plan-restricts-fossil-fuel-finance);
- Nel 2019, l’Inghilterra è stata la prima grande economia mondiale ad introdurre una legge che obbliga il paese a ridurre le emissioni di gas serra a zero (netto) entro il 2050. In seguito molti altri paesi si sono impegnati allo stesso modo, Francia, Giappone, Corea per citare alcuni. Anche l’Unione Europea si sta muovendo per introdurre leggi per garantire una riduzione del 55% di emissioni già nel 2030 (rispetto al precedente impegno del solo 40% di riduzione) https://www.bbc.com/news/world-europe-56828383;
- La crescita nella produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, geotermico, idroelettrico, biomasse) sta accelerando. Il 27% dell’elettricità generata nel mondo viene da fonti rinnovabili nel 2020. Oggi la tecnologia è consolidata e le rinnovabili costano già meno delle fonti fossili tradizionali. Crescera’ al 33% nel 2030 superando la quota che viene dal carbone. (https://www.iea.org/reports/renewables-2020/renewable-electricity-2);
- I tribunali di molti paesi stanno giocando un ruolo sempre piu’ attivo nella lotta al cambiamento climatico. Una decisione storica dell’ Alta Corte tedesca in aprile 2021 ha stabilito che l’impegno del governo tedesco per la riduzione delle emissioni e’ insufficiente. I tribunali possono essere uno stimolo a fare di più per molti governi democratici (https://www.bbc.com/news/world-europe-56927010).
Possiamo dunque essere ottimisti? Purtroppo no. Abbiamo visto negli ultimi mesi la continua distruzione di foreste, fondamentali per assorbire il CO2 (un esempio per tutti il Brasile di Bolsonaro). Ricordiamo che le foreste assorbono oggi circa 8 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno, circa un quarto delle emissioni globali (https://www.wri.org/insights/forests-absorb-twice-much-carbon-they-emit-each-year ).
Vediamo inoltre nell’opinione pubblica di molti paesi scetticismo nei confronti degli ambientalisti e della transizione energetica. Vediamo paura soprattutto nelle classi meno abbienti di subire una riduzione negli standard di vita. Un esempio eclatante e sorprendente è in questo senso il recente referendum svizzero sulle misure per combattere il cambiamento climatico, misure necessarie per rispettare l’accordo di Parigi con obiettivi meno ambiziosi di quelli recentemente adottati dalla UE. Secondo la BBC (https://www.bbc.com/news/world-europe-57457384) gli Svizzeri hanno bocciato le proposte per paura di danneggiare l’economia.
Per combattere il cambiamento climatico ed assicurare un pianeta vivibile per le future generazioni, ci vuole il supporto di tutti. Chi nega la verità o vuole ignorare i diritti delle generazioni future ritarderà le azioni che dobbiamo prendere con conseguenze potenzialmente disastrose. Per evitare questo, dobbiamo puntare sull’educazione di tutti.
Partendo dal concetto di “Build Back Better” e dai principi del Laudato Si’ dobbiamo spiegare che gli investimenti fatti ora sono minuscoli rispetto ai danni economici e sociali futuri che dobbiamo evitare. Dobbiamo spiegare che abbiamo un obbligo morale di lasciare un pianeta migliore per i nostri figli e combattere la filosofia basata sull'avidità e sull’ individualismo