Dott. Alessandro Lepri, Psicologo Clinico/Psicoterapeuta in formazione, delegato regione Umbria FSN
Nel 1984, Roger Ulrich pubblicò la prima prova empirica citando di come l'esposizione alla natura, potesse migliorare considerevolmente la qualità della salute umana (Ulrich, 1984). Utilizzando le cartelle cliniche di pazienti in convalescenza dopo un intervento alla cistifellea, Ulrich dimostrò che chi di loro aveva camere che si affacciano su un paesaggio naturale (con alberi, aree verdi ecc.), aveva bisogno di un trattamento post operatorio più breve, restituiva meno commenti negativi nelle note degli infermieri e aveva bisogno di meno dosi di antidolorifici rispetto a quelli che avevano la camera che si affacciava su un paesaggio urbano (palazzi, strade ecc.).
Da quel momento i risultati dello studio di Ulrich vennero replicati in una serie di esperimenti clinici in un ospedale coreano in cui i pazienti, anch’essi in degenza post-operatoria, vennero assegnati a camere con e senza piante in vaso (Park, 2006). I risultati di questi studi dimostrarono, come ci si poteva aspettare, che i pazienti nelle stanze con le piante ebbero degenze ospedaliere più brevi e non usarono antidolorifici per alleviare i sintomi del post-operatorio. A differenza dei pazienti nello studio di Ulrich, i pazienti degli studi coreani furono assegnati in maniera del tutto casuale a camere che erano identiche tra di loro tranne che per la presenza di piante. Pertanto, isolando la variabile in maniera così precisa, le differenze di salute tra i gruppi poterono essere attribuite inequivocabilmente solo alla presenza/assenza di piante. Al di fuori del contesto ospedaliero, una notevole quantità di ricerche ha documentato gli impatti positivi sulla salute delle “cure verdi” e delle terapie basate sul contatto con l’ambiente naturale come l'agricoltura di cura, la terapia orticola o i programmi di “green therapy” (Bragg & Atkins, 2016). Come già spiegato quindi, questi sono stati i primi approcci in cui gli scienziati hanno cercato di spiegare la profonda relazione che c’è tra uomo e natura ma dopo questo inizio così promettente, si può effettivamente parlare di relazione positiva tra natura e salute?
Discutiamo per comprendere meglio questo, quattro meccanismi principali che sembrano essere più direttamente collegati al costrutto natura-salute rispetto ad altri (Hartig, Mitchell, De Vries, & Frumkin, 2014): (i) il miglioramento della qualità dell'aria, (ii) la stimolazione dell'attività fisica, (iii) la facilitazione della coesione sociale e (iv) la riduzione dello stress. Questa selezione non è ovviamente completa e ci sono molti altri percorsi plausibili attraverso i quali la natura può influenzare direttamente e indirettamente la salute tra cui, il tamponamento del rumore urbano, l'esposizione alla luce ultravioletta che genera vitamina D (interessante anche nell’attuale contesto COVID), il rafforzamento della connessione con la natura o la stimolazione di esperienze “spirituali” (Cleary, Fielding, Bell, Murray, & Roiko, 2017) Ci concentriamo tuttavia in questa occasione sulle quattro più studiate.
Piante e alberi sono ben noti per la loro capacità di rimuovere le sostanze inquinanti dall'aria e di ridurre il calore fornendo ombra e aumentando i livelli di umidità (Zupancic, Westmacott, & Bulthuis, 2015). Le piante e gli alberi emettono anche oli essenziali, noti come phytoncides, come protezione contro gli attacchi nocivi di insetti, funghi e batteri. I risultati preliminari indicano che l'inalazione di phytoncides e altre sostanze che si trovano in natura come gli ioni negativi dell'aria possono avere effetti benefici sulla fisiologia umana e sulla salute mentale (Craig, Logan, & Prescott, 2016). Tuttavia, piante e alberi possono anche avere un'influenza negativa sulla qualità dell'aria, rilasciando pollini, o impedendo flussi d'aria nelle aree urbane in modo che la polvere rimanga "intrappolata" (Vos, Maiheu, Vankerkom, & Janssen, 2013). Piante e alberi possono quindi avere un impatto sia positivo che negativo sulla qualità dell'aria. Se l'effetto complessivo netto sulla salute sia favorevole può dipendere da specifiche circostanze locali.
Nei motti popolari esiste il concetto di "natura sana" che è strettamente associato al concetto di "essere fisicamente attivi". Può quindi sorprendere che studi epidemiologici abbiano spesso fallito nel dimostrare relazioni positive tra natura e livelli di attività fisica (Maas, Verheij, Spreeuwenberg, & Groenewegen, 2008). In alcuni studi in cui i campioni erano composti soprattutto da bambini e anziani, relazioni positive tra i livelli di attività fisica e la presenza e/o la distanza da uno spazio verde sono state trovate. Tuttavia, queste relazioni possono dipendere in larga misura dalle percezioni della sicurezza (del traffico), piuttosto che dalla naturalezza dell'ambiente. Un ambiente naturale può, tuttavia, sostenere l'attività fisica fornendo ulteriori benefici. Per esempio, le persone generalmente provano emozioni più positive e meno stanchezza mentre camminano o vanno in bicicletta in ambienti naturali rispetto a fare le stesse attività in ambienti costruiti o al chiuso (Bowler, Buyung-Ali, Knight, & Pullin, 2010). Per i bambini, giocare in ambienti naturali può incoraggiare un comportamento di gioco più creativo ed esplorativo che è benefico per il loro sviluppo emotivo, cognitivo e fisico (Wilson, 2007). Quindi, la relazione tra ambiente naturale e l'attività fisica è più complessa di quanto spesso si pensi, e può variare a seconda del tipo di attività e del sottogruppo di popolazione che si prende in considerazione.
I parchi e altri spazi verdi possono promuovere i contatti sociali e la coesione (o legami) tra i membri del quartiere fornendo luoghi attraenti per incontrarsi e socializzare (Coley, Sullivan, & Kuo, 1997). In particolare, i parchi cittadini sono stati trovati efficaci nel promuovere i contatti sociali e riducendo i sentimenti di solitudine (Van den Berg, van Winsum-Westra, De Vries, & Van Dillen, 2010). Tuttavia, nelle aree urbane dense, gli spazi verdi chiusi, specialmente quando sono mal tenuti, possono anche ridurre la coesione sociale facendo sentire le persone insicure (Kaźmierczak, 2013).
La natura e gli spazi verdi sono molto apprezzati per le loro proprietà di riduzione dello stress. Come molte persone sanno per esperienza personale, ascoltare i suoni e osservare i paesaggi della natura, può far sentire quasi istantaneamente più rilassati e allentare la tensione fisica. È stato suggerito che questa capacità antistress della natura sia un residuo dell'evoluzione umana in ambienti naturali, durante la quale il cervello umano può essere stato “programmato” per rispondere positivamente ad ambienti naturali non pericolosi (Ulrich, 1999). Le proprietà antistress della natura sono supportate da un gran numero di studi sperimentali, che hanno dimostrato che gli ambienti naturali promuovono un ripristino più rapido e completo dai sintomi di stress fisico e mentale rispetto alla maggior parte degli ambienti cittadini (Collado, Staats, Corraliza, & Hartig, 2017). Studi epidemiologici hanno inoltre dimostrato che le relazioni tra spazi verdi nell'ambiente di vita e salute può, in larga misura, essere spiegata dai livelli di stress più bassi dei residenti delle aree più verdi ((De Vries, Van Dillen, Groenewegen, & Spreeuwenberg, 2013). Anche guardare la natura dalla finestra, o guardare diapositive o video della natura, può portare a riduzioni misurabili dei livelli di stress mentale e fisico. Quest'ultimo risultato suggerisce che il sistema percettivo visivo gioca un ruolo importante nelle proprietà antistress della natura. In sintesi, anche se i benefici per la salute della natura sono probabilmente regolati da molteplici percorsi, il meccanismo psicologico di riduzione dello stress ha finora ricevuto il sostegno più forte e inequivocabile.
Di questi meccanismi presentati, la riduzione dello stress sembra il percorso più predisposto per raccogliere i benefici prodotti dalla natura per la salute. In generale, la ricerca scientifica e le argomentazioni discusse in questa breve articolo divulgativo, forniscono una base solida e scientifica per un uso pratico dei benefici dell’ambiente naturale sulla nostra salute.
Bibliografia
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