di Franco Cotana, Presidente Comitato Scientifico di Fondazione Sorella Natura
Quasi sei anni fa, il 24 maggio 2015, la profetica Enciclica Laudato Si’ del Santo Padre, Papa Francesco sulla tutela del Creato ha tracciato la strada verso la rivoluzione economico-sociale-energetica per un mondo più equo e sostenibile. La pandemia mondiale da COVID19, mettendo in crisi molte certezze che credevamo acquisite e sicure, ha accelerato i processi già latenti da tempo, verso una nuova economia green. Nella seconda metà del 2020 l’idrogeno è diventato ufficialmente il vettore Energetico indispensabile per la Decarbonizzazione dell’Economia e la Mobilità Alternativa. L’idrogeno è infatti alla base delle strategie Europee e Nazionali, pubblicate tra giugno e dicembre del 2020 (vedi tabella con investimenti previsti), per la decarbonizzazione dell'Unione Europea, nell’ottica di ridurre le emissioni di gas serra, produrre energia verde e combattere il cambiamento climatico.
L’Umbria, terra di San Franceso e della nostra Fondazione Sorella Natura, vuole riaffermare il suo essere “cuore verde d’Europa”, per questo ruolo che tutti le riconoscono si candida quindi a divenire la prima Regione d’Italia decarbonizzata. Nell’ambito della roadmap definita dalla Strategia Energetica Ambientale Europea e la strategie Italiana, l’Umbria si propone come regione modello con una propria Hydrogen-valley per la produzione di idrogeno verde o rinnovabile. Il progetto risponde infatti alla visione della Regione Umbria, quella di coniugare gli obiettivi energetici con quelli di tutela ambientale, sviluppo economico e sociale. L’idrogeno sarà uno dei protagonisti principali del “Green new Deal” europeo come vettore energetico in sostituzione dei combustibili fossili.
Nelle strategie per la decarbonizzazione, l’idrogeno è considerato il vettore energetico indispensabile protagonista del “Green new Deal” europeo come vettore energetico in sostituzione dei combustibili fossili. Si prevede che l’idrogeno sarà capace di coprire le esigenze del sistema produttivo per quasi un quarto di tutta la domanda energetica entro il 2050, trovando applicazione nel trasporto, nel riscaldamento degli edifici e nelle applicazioni industriali. L’immissione in rete di gas rinnovabili, insieme all’aumento dell’elettricità da fonti rinnovabili, contribuirà a raggiungere la neutralità climatica nel 2050, abbattendo ancor prima, già nel 2030, del 50% le emissioni di CO2. In particolare si considera “l’idrogeno sostenibile” e ci si riferisce in prevalenza al cosiddetto “idrogeno verde”, ovvero quello prodotto dall’elettrolisi dell’acqua attraverso energia elettrica da fonti rinnovabili o a quello prodotto dalle biomasse ligno-cellulosiche attraverso piro-gassificazione con vapore e dal biometano e, certi casi, “all’idrogeno blu” ottenuto da gas naturale senza emissioni di CO2 in atmosfera.
Idrogeno per la mobilità
Una delle maggiori applicazioni dell’idrogeno è senza dubbio nei trasporti e nella mobilità. Tuttavia non verrà usato semplicemente come sostituto dei carburanti tradizionali per la combustione al posto della benzina o del gasolio. L’idrogeno sarà invece l’elemento chimico che, grazie a celle elettro-chimiche chiamate celle a combustibile o Fuel-Cells, verrà trasformato in elettricità. La tecnologia è ormai matura in tutti i settori: le auto a idrogeno sono in vendita da alcuni anni, i treni a idrogeno sono prodotti dalla ALSTOM, infine navi e aerei a idrogeno sono già stati sperimentati.
Nessun inquinamento. Reagendo con l’ossigeno dell’aria senza bruciare l’idrogeno produce elettricità e come scarto in atmosfera soltanto vapore acqueo. Quindi una autovettura ad idrogeno è sostanzialmente una vettura elettrica che ha molti vantaggi rispetto alle auto a batteria. I tempi di rifornimento sono di pochissimi minuti, l’autonomia di oltre 500km, prestazioni buone anche a basse temperature, minori problemi legati alla produzione e riciclo delle batterie, etc. Sebbene ancora non esistono produzioni di massa le auto elettriche alimentate a idrogeno sono già disponibili e, in commercio, esistono due modelli che stanno avendo grande successo soprattutto nel nord Europa sono: la Hyundai Nexo (potenza 163cv, autonomia 640km con 6,3 kg di idrogeno a 700bar, 5 minuti tempo di rifornimento, prezzo 72.000euro ) e la Toyota Mirai (potenza154cv, autonomia 500km con 5kg di idrogeno a 700bar, 4 minuti tempo di rifornimento, prezzo 66.000euro).
Ma perché in Germania le vetture elettriche si stanno diffondendo e in Italia no? Semplice: in Germania ci sono 90 distributori di Idrogeno mentre in Italia c’è un solo distributore aperto al pubblico, a Bolzano. Ma le cose potrebbero cambiare rapidamente anche da noi se il programma strategico italiano sull’idrogeno verrà rispettato. Entro il 2024 si prevedono in Umbria i primi due distributori e entro il 2030 la nostra regione potrebbe avere almeno una decina di stazioni di rifornimento.
Franco Cotana
Presidente del comitato scientifico della Fondazione Sorella Natura è professore ordinario di Fisica Tecnica Industriale e coordinatore del dottorato di ricerca in Energia e Sviluppo Sostenibile presso l’Università degli studi di Perugia. Presso l’UE a Bruxelles è Chairman del WG8 Bioenergy and Renewable fuels for Sustainable Transports del SET-Plan (piano strategico europeo delle tecnologie energetiche).