15 Dicembre 2015
La conferenza ONU sui cambiamenti climatici, chiusasi qualche giorno fa dopo due settimane di confronti, discussioni, trattative, è indubbiamente un evento di portata storica. Lo è per il fato che 195 Stati, con loro rappresentanti ufficiali e con organizzazioni non governative, hanno avuto il coraggio di recarsi a Parigi per dibattere sul futuro ambientale della Terra. Coraggio non tanto e non solo per esser andati in una città martoriata dal terrorismo ed a rischio, certo anche questo, ma soprattutto coraggio per parlare assieme delle questioni ambientali, in primis cambiamenti climatici, quando era forte lo scetticismo sulla possibilità di risultati dopo anni di fallimenti. Certo non possiamo parlare di un risultato ottimo ma dobbiamo anche ricordare che l’ottimo è nemico del bene!
Vediamo di analizzare meglio la questione: la conferenza aveva all’ordine del giorno i cambiamenti climatici e l’impatto umano su questi, già ciò è un aspetto importante perché sul fatto che il clima cambi, perennemente, non c’è dubbio ma che sia l’uomo il fattore primario di tali cambiamenti, con le emissioni di CO2 in atmosfera, non c’è piena asseverazione scientifica. Certo è però che le emissioni umane siano una variabile importante di tali mutamenti e che quindi sia doveroso porle sotto controllo … la natura, poi, ha sempre fatto, fa e farà, la sua parte, non controllabile dall’Uomo. Ecco il punto basilare, etico, culturale, politico che esce da Parigi: l’Umanità prende coscienza ufficiale del suo ruolo, sin qui negativo, nell’impatto con l’ambiente naturale e decide di migliorare, di cambiare.
Cosa significa cambiare, certo non un ritorno ad un modus vivendi pre industriale, connotato come era da fame ed ignoranza, da malattie, discriminazione e povertà. Le così dette nazioni emergenti non ci stanno, hanno ragione, vogliono anche loro uscire da povertà, fame discriminazioni, ignoranza e malattie … ne hanno pieno diritto, come ha sottolineato Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì. Come coniugare allora la salvaguardia ambientale, il controllo, per quel che è possibile, dei cambiamenti climatici con lo sviluppo? Sviluppo che sino ad oggi è stato connotato prevalentemente da manomissione ambientale? Certo sono domande che richiedono risposte urgenti e non facili: etiche prima che scientifiche, tecnologiche ed economiche.
La risposta etica, di fondo, consiste nell’amore del prossimo, dell’umanità intera, che deve imporre ai ricchi di donare, rinunciare, condividere. Insomma una giustizia sociale mondiale come mai sinora si è avuta! Utopia, certo, ma in senso non di astrattezza ma di concreta linea di scelta nello sviluppo; riguarda sopratutto l’Occidente, che deve ritrovare le proprie radici di civiltà e superare il consumismo. Accanto a questo investire al massimo nella ricerca scientifica e negli sviluppi tecnologici per uscire dalla dipendenza dal carbone e dal petrolio: energie alternative, ricerca sull’atomo, riduzione dei consumi con l’efficentamento energetico, smart city e mobilità alternativa…non aver paura del nuovo, non ridurre la tutela ambientale a slogan, marce, concerti e convegni mondiali … si rischia la superficialità, l’emotività, l’ideologia e si cade, credendosi progressisti, nel più becero conservatorismo e sudditanza a quei poteri economici forti che si crede di combattere e che spesso sotto, sotto, finanziano gli ambientalisti.
Facciamo l’esempio muovendo dall’agricoltura: dovremo avere un’agricoltura capace di nutrire il pianeta senza sprechi di terreno e acque, senza inquinare la terra con concimi chimici e pesticidi: come si fa, non si nutre certo il pianeta con gli slogan (quasi sempre vuoti di contenuto e solo operazioni di marketing come kilometro zero, bioagricoltura, vegan, cibo lento ..) questo è come fare le battaglie proletarie in salotto e con il golf di cachemire. Bisogna aver il coraggio di andare avanti, con tutte le garanzie etiche e scientifiche, nella ricerca sugli organismi geneticamente migliorati … così come bisogna avere il coraggio di andare avanti nella ricerca sulla scissione dell’atomo, da H2O prelevare 1H e ritornare ad H2O … impossibile? Non lo sappiamo ma non lo crediamo, sappiamo solo che le multinazionali dei concimi e pesticidi non vogliono gli ogm ed i signori del petrolio non vogliono alternative energetiche reali e, per frenare al ricerca, fanno calare il costo del petrolio … Ebbene Parigi, a nostro avviso, insegna questo: etica e ricerca. Senza etica e ricerca non usciremo dall’iniqua realtà del mondo di oggi, se, poi, all’etica ed alla ricerca aggiungiamo spiritualità allora possiamo davvero avere speranza in un mondo migliore. Le questioni non finiscono qui, ci torneremo, come ad esempio la necessità di un organismo mondiale sanzionatorio ed un manifesto mondiale dell’educazione … insegnanti di tutto il mondo unitevi!
Roberto Leoni
presidente