8 Febbraio 2012
RIFLESSIONI E ANALISI SU COSA FARE PER LA CRISI ECONOMICA E SOCIALE ATTUALMENTE IN CORSO.
Colleghiamo questa riflessione pedagogica alle considerazioni che abbiamo svolto nella news generalista dedicata alla situazione climatica di questi giorni, nella quale sostenevamo, in metafora ma anche realmente, dobbiamo che tutti dobbiamo prendere la pala in mano e darci da fare.
Le ultime considerazioni per il progetto AMBIENTIAMOCI a SCUOLA le avevamo dedicate alla pedagogia del lavoro e qualche collega ci ha detto che potevano esser valide ma teoriche: insomma abbiamo avuto la classica domanda: che cosa dobbiamo fare?
Proviamo a fornire qualche indicazione, premettendo fortemente che quanto diciamo va inquadrato nel concetto, per noi insopprimibile, che se è vero che la Scuola deve istruire è altrettanto vero che, dalla materna alla superiore all’università, deve educare.
Le difficoltà, i fallimenti derivano in gran parte dal mero cognitivismo che ha imperato in questi ultimi anni, riducendo l’azione dei docenti allo svolgimento dei programmi: certo il, professore di matematica deve svolgere il programma ma se non è anche positivo modello d’identificazione – educatore quindi – svolgerà male anche il programma: inevitabilmente!
Che la Scuola debba educare assieme alla famiglia è certo vero come è vero che entrambe debbono combattere una dura battaglia contro il ruolo diseducativo dei mass media: questo è però altro discorso e lo faremo.
L’azione educativa della Scuola, svolta in maniera collegiale dal team educativo, deve proporre e far svolgere agli alunni, dalla materna in su, tutta una serie di attività lavorative, connotate di piacevolezza per quanto possibile ma certo richiedenti impegno, sforzo, sacrificio, che sono componenti basiche per la formazione del carattere.
Come insegna la Montessori nella Scuola materna il bambino collabora a preparare e sparecchiare la tavola della mensa; alle elementari collabora a tener in ordine e pulita l’aula ed i laboratori, alla media prosegue in questo ma in maniera più organica ed impegnativa, alle superiori si istituiscano gruppi di lavoro, volontariato, per l’assistenza agli anziani, adottare un bosco, un torrente da tener pulito e controllato, il pronto soccorso la protezione civile…spalare la neve! Insomma includere nel curricolo la manualità come fattore di imoegno etico e civile: l’Uomo prima che sapiens è faber, se non coltiviamo questo produciamo una generazione imbelle, i bamboccioni! Noi crediamo che le polemiche affermazioni sulle giovani generazioni ed il lavoro che in questi giorni hanno imperversato siano del tutto sbagliate.
È del tutto sbagliato ed ingiusto colpevolizzare i giovani se li abbiamo abituati ad avere tutto facile e senza impegno, a vedere tutto sotto l’ottica del mero divertimento e della comodità, non è assolutamente colpa loro: la responsabilità è degli adulti, della società in senso lato ma certo anche della Scuola.
Lo diciamo spesso: quando ascoltiamo dirigenti e docenti lamentarsi dei giovani usiamo questa metafora: avete ragione cari colleghi, non amano Beethoven!!! Alzi la mano di chi di Voi, cari colleghi dirigenti e docenti lo ha ascoltato e fatto ascoltare in questi ultimi cinque anni. In genere non alzano mano.
Allora, da antico maestro, dirigente ed ispettore, dico: se i giovani non Vi piacciono, Vi deludono, si comportano male, prendetevela con Voi stessi!
Tornando alla concreta pedagogia del lavoro un suggerimento che vale dalla materna in poi – est modus in rebus – non manchi mai l’attività dell’orto scolastico (magari in vaso) che è una delle forme d’educazione ed istruzione (nell’orto entrano la lingua, la matematica, la storia, la geografia, la chimica…la filosofia e la religione!!!), anche alimentare…così apprenderanno che le zucchine e le ciliege non si mangiano d’inverno!
Ci accorgiamo di star esponendo in poche parole, in metafora – l’orto lo è -, questioni che meritano ben altri approfondimenti ma poiché le Ns. news di norma non devono superare una cartella ci fermiamo qui facendo nostro il detto: chi ha orecchie per intendere intenda!!!
Torniamo ad educare!
Fondazione SORELLA NATURA
Roberto Leoni
presidente